Non è un segreto che il Covid-19 abbia avuto un enorme impatto sul mondo dei viaggi, e, di conseguenza, sul settore del business travel.

Questi ultimi 18 mesi sono stati molto difficili per tutti gli operatori ma, nonostante la probabilità di veder prolungate alcune restrizioni anche i prossimi anni, la notizia positiva è che stiamo assistendo alla ripresa dei viaggi di lavoro, anche se in forma differente rispetto al pre-pandemia.

In questo articolo abbiamo raccolto una serie di dati e statistiche – realizzate in collaborazione tra il World Travel & Tourism Council e la McKinsey & Company – relative alla ripartenza del business travel dopo i lockdown mondiali a causa del Covid-19 che ci aiuteranno a capire come si configura la ripartenza del settore, in particolar modo prendendo in considerazioni gli scenari che prevedono il passaggio del virus a stato endemico.

Slow recovery e cambiamenti rispetto al periodo pre Covid-19

Secondo le statistiche pubblicate da Spendesk, relative al business travel, con l’arrivo della pandemia:

  • Il mercato del business travel si aspetta di perdere mondialmente 810.7 milioni di dollari (Statista)
  • ⅔ degli aerei a livello mondiale sono rimasti a terra, 18 compagnie aeree hanno firmato per la bancarotta (McKinsey)
  • Nel secondo quadrimestre del 2020, le compagnie aeree americane hanno riportato una riduzione del 90% dei viaggi di lavoro (McKinsey)
  • I travel manager hanno riportato che le spese di viaggio sono comprese tra il 5-15% rispetto ai livelli del 2019 (McKinsey)

Il business travel rappresenta solo 21,4% dei viaggi globali (rispetto al 2019) ma è comunque il responsabile della più alta spesa di viaggio verso determinate destinazioni e questo è il motivo per cui è essenziale la ripartenza dell’intero settore travel.

Prima della pandemia, il business travel era responsabile per il 70% del guadagno globale per gli hotel di fascia alta mentre tra il 55% e il 70% dei profitti delle compagnie aeree arrivava dai viaggiatori d’affari, che rappresentavano circa il 12% dei passeggeri.

Previsioni, ripartenza in base al settore e alla regione

Julia Simpson, la CEO e presidente di WTTC, sostiene: “Il business travel è in ripartenza. Ci aspettiamo che ⅔ dell’industria riparta prima della fine del 2022. Il business travel è stato duramente colpito ma le nostre ricerche mostrano spazio per l’ottimismo con una ripartenza nell’area Asia-Pacifico e Medio oriente come primi blocchi.

Secondo i dati del WTTC (World Travel & Tourism Council), con una perdita del 61% nel 2020 per il settore travel e nonostante la lenta ripresa, ci si aspetta una crescita delle spese per il business travel del 26% nel 2021 e del 34% nel 2022.
Di seguito i dati di ripresa, per ogni singola regione, per il 2021 e 2022:

  1. Medio Oriente – 49% per il 2021,  32% per il 2022
  2. Asia-Pacifico – 32% per il 2021,  41% per il 2022
  3. Europa – 36% per il 2021, 28% per il 2022
  4. Africa – 36% per il 2021, 23% per il 2022
  5. America – 14% per il 2021, 35% per il 2022

Ma quali sono gli elementi da considerare per una reale ripresa?
Ci sono molti fattori che influiscono sulla ripartenza dei viaggi d’affari, per esempio:

  • Richiesta; i viaggi di lavoro stanno riprendendo lentamente rispetto ai viaggi leisure a causa del continuo variare delle restrizioni e delle politiche aziendali in ogni singolo paese e in base ai cambiamenti che ne conseguono.
  • Digitalizzazione; a causa della pandemia, i processi aziendali e il settore in generale hanno subito grossi cambiamenti a causa del veloce passaggio al digitale. Molte aziende hanno dovuto aggiornarsi rapidamente e ampliare le proprie tecnologie per poter stare al passo con la situazione. Di conseguenza, alcuni viaggi di lavoro sono stati sostituiti da meeting online ed è questo uno dei motivi per cui la ripartenza sta procedendo a rilento.
  • Ambiente operativo; ora più che mai, c’è la necessità di essere categorici su regole e politiche, sia per i viaggiatori d’affari che per i viaggiatori leisure. 

Attualmente, esistono molte piccole e medie imprese che rischiano la chiusura o potrebbero aver bisogno di sostegni a lungo termine.
Partiamo quindi dalle motivazioni più pratiche e concrete, che sono legate sia al diffondersi delle varianti che ai tassi di vaccinazioni e ai cambiamenti nelle politiche di contenimento dei vari paesi.

La gestione della pandemia nella ripresa dei viaggi di lavoro

Quattro sono i principali punti che influiscono sulla ripartenza del business travel internazionale:

  1. I tassi di vaccinazione che variano da paese a paese e le vaccinazioni che probabilmente diventeranno un elemento da prendere in considerazione nella redazione delle travel policy in futuro.
  2. Un riconoscimento comune: il certificato di vaccinazione e l’esito del tampone che determineranno quali viaggiatori potranno accedere più facilmente a certe destinazioni.
  3. Prevalenza delle varianti e tasso di ospedalizzazioni: nonostante ogni paese adotti le proprie misure di contenimento in base alla circolazione delle varianti, il business travel si adatterà per evitare le aree ad alto rischio.
  4. Accessibilità ai test: la disponibilità e il costo dei test giocheranno un ruolo importante nei budget e nella gestione della sicurezza dei dipendenti.

Il punto principale rimane, comunque, quello riguardante la somministrazione dei vaccini, non ancora del tutto regolare in molti paesi ma che avrà un grosso impatto sul modo di viaggiare.
Attualmente, queste sono le percentuali dei vaccini (due dosi o monodose Janssen), somministrati in vari paesi:

  • Europa 68,7% 
  • USA 61,2 % 
  • India 41,4%
  • Emirati Arabi 90,7%
  • Argentina 70,5%
  • Brasile 66,7%
  • Africa 8,57%

Più salirà il numero dei vaccinati, più sarà facile per i vari paesi aprire le frontiere e consentire la possibilità di viaggiare senza quarantena. 

Il problema rimane che con il formarsi di nuove varianti c’è il rischio che tornino a crearsi nuove restrizioni.
Questo si collega all’importanza della capacità di valutare il rischio complessivo che si può trovare all’interno di una regione: per esempio, i viaggiatori giapponesi hanno una forte avversione al rischio e, di conseguenza, la loro ripartenza sarà più lenta a causa di travel policy più stringenti.

Purtroppo, la strada verso la ripresa è ancora lunga e non si sa esattamente quando saremo liberi dal COVID-19.
Al momento gli esperti e l’OMS prevedono la possibilità che la pandemia non scomparirà mai del tutto e che il virus rimarrà ancora presente, anche se con una potenza molto inferiore nel tempo e quindi passerà ad uno stato endemico.
Questo vorrebbe dire che ci potrebbero essere alti e bassi della malattia che porterebbero ad un’alternanza di restrizioni e libertà nel tempo.

Processo di digitalizzazione

La digitalizzazione dei processi era già in fase di avvio ma con l’arrivo della pandemia e del lockdown, questo processo è stato fortemente velocizzato.

La pandemia ha costretto tutti ad adattarsi, molto spesso accelerando i processi di evoluzione dei modelli di business, ampliando le tecnologie di servizio per gestire le comunicazioni con i clienti o semplificando alcune operazioni interne. Questo ha favorito anche la crescita esponenziale della realtà di BizAway come ovvia conseguenza. 

La digitalizzazione ha fatto passi importanti anche nel cambiamento di concezione del lavoro, grazie all’introduzione dello smart working e di conseguenza all’adozione di strumenti tecnologici. Tutto questo è utile anche per la sostenibilità ambientale, grazie, per esempio, agli strumenti di archiviazione digitale che possono aiutare a ridurre i documenti cartacei.

D’altra parte, l’essere costretti ad adattarsi e quindi la sostituzione dei meeting in presenza con i meeting in digitali ha ridotto l’esigenza dei viaggi di lavoro, di conseguenza le aziende stanno realizzando che non tutti i meeting in presenza sono necessari.

Durante la GBTA Conference 2021, il sales manager corporations di Amadeus, Marco Franzese e il country manager di AirPlus International Italia, Daniele Aulari, hanno parlato dell’importanza della digitalizzazione, nello specifico di come questa porterà alla nascita di un nuovo modello di trasferta, grazie all diffusione di pagamenti digitali.

BizAway e la ripartenza

Nonostante la perdita media che le travel agency hanno registrato in Europa – circa l’80% – BizAway è stata in grado di tenere stabile la crescita in termini di acquisizione clienti, triplicando il suo portafoglio.

Malgrado i tempi difficili, BizAway ha registrato una ripresa delle prenotazioni già da giugno 2020, grazie alla riapertura delle frontiere (prenotazione in crescita del 20% rispetto al mese precedente). Si è poi nuovamente sentito un calo a partire da novembre 2020, con l’introduzione delle nuove restrizioni, ma generalmente l’anno si era concluso positivamente registrando queste percentuali nelle diverse verticali rispetto al 2019: 

  • +2% auto
  • +27% voli
  • +56% hotel
  • +15% treni

Nonostante l’incertezza data dalle continue chiusure e ri-aperture che si sono verificate da gennaio 2021 in poi, BizAway ha visto una crescita media mensile in volume superiore al 35% negli ultimi 12 mesi (2021), con un picco ad agosto 2021, dove ha visto quintuplicare le prenotazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (2020). 

Ad aiutare questa spinta è stata sicuramente la vaccinazione di massa e l’arrivo del green pass – che ha eliminato in molti paesi la richiesta di tamponi molecolari PCR o antigenici – ma anche l’esigenza di ricominciare ad organizzare gli incontri di lavoro più importanti dal vivo.

“La pandemia ha messo duramente in crisi il settore travel, inizialmente siamo stati colti di sorpresa ma invece di aspettare che la situazione si sbloccasse, ci siamo adattati e abbiamo colto l’occasione per implementare la nostra piattaforma“ sostiene Luca Carlucci, CEO e co founder, “Grazie a questa possibilità siamo in grado di offrire un servizio sempre più smart e agile ai nostri attuali clienti e a tutti quelli che verranno”.

Tra le nostre costanti implementazioni e migliorie alla piattaforma – al fine di garantire maggior controllo e sicurezza nello svolgere i viaggi di lavoro – e le evoluzioni nel campo del business travel, guardiamo al 2022 con la speranza di un’ulteriore spinta nel superamento della crisi dettata dalla pandemia.